Diritto Civile


Il Caso.it, Sez. Giurisprudenza, 14912 - pubb. 03/05/2016

Anche il distributore fa concorrenza sleale al costruttore se vende un prodotto esteriormente identico

Tribunale Milano, 17 Dicembre 2015. Est. Silvia Giani.


Concorrenza sleale – Vendita al dettaglio di un prodotto identico ad altro esistente sul mercato – Concorrenza tra distributore e produttore – Sussiste

Concorrenza sleale – Vendita al dettaglio di un prodotto identico ad altro esistente sul mercato – Differenze relative a parti funzionali – Idoneità ad escludere la confusione – Esclusione

Marchio – Di fatto – Riconoscimento e tutela – Presupposti – Riconoscibilità da parte degli utenti



In materia di concorrenza sleale, sussiste il rapporto di concorrenza tra produttore e distributore, qualora si verta  e si tratti di prodotti pressoché identici e rivolti agli stessi consumatori. Ciò che rileva al fine della sussistenza della concorrenza sleale è il risultato ultimo dell’attività di entrambe le imprese, d’incidere sui bisogni della medesima categoria di consumatori. (Chiara Bosi) (riproduzione riservata)

L’illecito confusorio è un illecito di pericolo e ricorre quando il comportamento appare idoneo a determinare una possibilità di confusione nell’acquirente finale –al quale occorre riferire il giudizio.
Non sono idonee ad escludere la fattispecie di concorrenza sleale per imitazione servile eventuali difformità tra i prodotti in comparazione che siano relative a parti interne del prodotto o a parti funzionali, poiché l’imitazione confusoria, rilevante al fine della concorrenza sleale, cade solo su caratteristiche esteriori, dotate di efficacia individualizzante e quindi idonee a ricollegare il prodotto a una determinata impresa e non su quelle rese necessarie dalle caratteristiche funzionali del prodotto (Cass. 3967/2004; Cass. 29775/2008).
L’imitazione servile va riferita non alla riproduzione di qualsiasi forma del prodotto altrui, ma solo a quella che cade su caratteristiche esteriori idonee, in virtù della loro capacità distintiva, a ricollegare il prodotto ad una determinata impresa. (Chiara Bosi) (riproduzione riservata)

Per il riconoscimento del marchio di fatto, deve provarsi che una percentuale significativa di ambienti interessati riconosca il marchio e lo associ ai prodotti del richiedente la tutela.
La forma di un prodotto può costituire marchio solo se possa essere rappresentato graficamente e se sia adatto a distinguere il prodotto di un impresa da quello di altre imprese. (Chiara Bosi) (riproduzione riservata)


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